Lago d’averno
Il lago d’Averno, di origine vulcanica (dal greco “senza uccelli” perché il gas sulfureo uccideva gli uccelli), era molto famoso nell’antichità e rappresenta un altro dei luoghi più suggestivi della zona dei Campi Flegrei. Collocato all’interno di un cratere vulcanico spento, è praticamente circondato da alture, il Monte Nuovo ed il Monte del Grillo, mentre è separato dal lago Lucrino dallo sperone del Monte delle Ginestre. L’aspetto odierno non corrisponde con quello antico principalmente per le trasformazioni subite dal paesaggio in seguito all’eruzione che portò alla formazione di Monte Nuovo, avvenuta nel 1538, ma anche per i numerosi interventi che vennero realizzati in particolare in epoca romana.Il lago d’Averno era legato a numerose leggende, soprattutto derivate da alcuni racconti omerici, che nell’immaginario comune erano ambientati in questi luoghi: così qui vivevano i Giganti ed il popolo dei Cimmerii, presso i quali si trovava l’accesso alle porte degli Inferi e dove Ulisse aveva invocato lo spirito dell’indovino Tiresia. Se con Omero si aveva solo una suggestione nell’immaginare questi paesaggi come scenari di alcune fantastiche avventure, Virgilio indicò esplicitamente l’area dei Campi Flegrei quale luogo in cui avvenne la discesa agli Inferi di Enea. Si credeva anche che il lago non avesse fondo e che le sue acque non potessero essere bevute, poichè collegate allo Stige, uno dei fiumi infernali. Probabilmente il colore scuro del lago e la fitta vegetazione circostante avevano contribuito alla nascita di queste credenze, tanto che lo stesso nome di Averno si faceva derivare dal greco Aornon, ovvero luogo senza uccelli, poichè i gas esalati dalle acque sembra li tenessero lontani. Non stupisce, dunque, che qui si trovassero culti dedicati a divinità ctonie (in particolare a Proserpina, la regina dell’Ade) e che venissero consultati gli spiriti dei morti, ai quali, per avere dei responsi, si dedicavano sacrifici di sangue. Sempre Virgilio suggerì presso i Campi Flegrei la presenza della Sibilla, i cui vaticini dipendevano non solo da Apollo, ma anche da Ecate, dea degli spiriti e della magia. Lungo le rive del lago d’Averno sono ancora oggi visibili numerosi resti di monumenti antichi, che testimoniano l’importanza di questo luogo, sfruttato per la sua ricchezza naturale, soprattutto per le acque termali, ma anche per ragioni strategiche, che portarono alla realizzazione di strutture di tipo militare per volere di Agrippa.