Parco archeologico di Cuma
Anfiteatro:L'Anfiteatro di Cuma è posto fuori la cinta muraria della città, si trova infatti nel comune di Bacoli in via Cuma 434, e nonostante sia ben riconoscibile non è stato ancora esplorato: sfruttando in parte la pendenza del monte Grillo ed in parte un terrapieno, la sua costruzione è datata tra il II ed il I secolo a.C., mentre nel II secolo fu interessato da importanti lavori di restauro; tra il V ed il VI secolo, quando aveva ormai perso la sua funzione originaria, al suo interno furono istallate delle fornaci per la produzione di ceramiche. Occupato oggi da un frutteto, si riconoscono solo le arcate della summa cavea, conservate quasi per intero; l'asse maggiore dell'anfiteatro misura circa novanta metri, gli ingressi dovevano trovarsi lungo il lato nord ed est, mentre le gradinate furono spogliate dei rivestimenti in marmo già in epoca antica. L’edifico si trovava in una posizione strategica, cioè alla confluenza di due percorsi viari, che dalla porta sud di Cuma, la Croce di Cuma, permetteva di raggiungere gli altri grandi centri dell’area dei Campi Flegrei, il lago Lucrino ed il Fusaro.

Necropoli cumana:
La necropoli di Cuma è a nord della città bassa e dell'acropoli. In origine prossima al lago di Licola, bonificato nel 1922, doveva estendersi per 3 km dalla porta nord della città bassa della via Palombara, con il margine sud vicino alla confluenza di questa strada tra la via Domitiana e la via Cuma-Capua. La necropoli presenta grande continuità, con sepolture di varie epoche, preellenica, greca, osco-sannitica, romana, di età repubblicana ed imperiale. Oggi non molto è visibile dell'antica zona funeraria, solo alcuni sepolcri monumentali si conservano, come testimonianza dell'antica grandezza, ai lati della via Vecchia Licola. Oltre a resti di mura e volte appartenenti a colombari, sopravvivono anche alcuni mausolei.
Via Diomitiana:
Prese nome dall'imperatore Domiziano che nel 95 d.c. fece restaurare una strada d'epoca repubblicana. Si staccava dall'Appia all'altezza di Sinuessa (Mondragone) e proseguiva lungo la costa attraverso il basso Volturno per Cumae , Puteoli, Neapolis, Pompeii. Si spingeva poi verso sud, sempre lungo la costa, fino al golfo di Sant'Eufemia.
Un tratto dell'antica via, ancora fiancheggiato da paracarri lapidei, è conservato proprio all'altezza dell'arco felice vecchio.
Arco felice vecchio:
Costruito nel 95 d.C. per consentire il passaggio della via Domitiana attraverso il monte Grillo, l'Arco Felice può essere considerato l'ingresso monumentale alla città di Cuma lungo il lato orientale.
Si ipotizza che per la sua edificazione sia stato necessario ampliare il taglio nel monte che, forse, già sussisteva in età greca: il monumento veniva, così, ad acquisire sia la funzione di contenimento per eventuali frane e smottamenti del terreno sia di viadotto per il collegamento fra le due parti della cresta del monte Grillo.
L’arco venne progettato per essere contemporaneamente porta urbana ed arco trionfale, oltre che parte del sistema difensivo; alto circa 20 metri, si presenta, ancora oggi, a fornice unico sormontato da un altro arco a tutto sesto e sostenuto da due pilastri laterali con nicchie, le quali dovevano presumibilmente ospitare delle statue.
Grazie ad incisioni del XVII e XVIII secolo è possibile sapere qual’era l’aspetto originario: sormontato, all’origine, da un attico con la targa per ospitare l’iscrizione e nicchie ai lati in corrispondenza delle sottostanti. Inoltre due torrette a pianta quadrangolare sormontavano lo stesso attico e l’intero arco era rivestito con marmi e stucchi. La facciata ovest è oggi quella meglio conservata e dell'originaria struttura romana sono oggi visibili solo l'intradosso e parte della facciata occidentale.

Via Diomitiana:
Prese nome dall'imperatore Domiziano che nel 95 d.c. fece restaurare una strada d'epoca repubblicana. Si staccava dall'Appia all'altezza di Sinuessa (Mondragone) e proseguiva lungo la costa attraverso il basso Volturno per Cumae , Puteoli, Neapolis, Pompeii. Si spingeva poi verso sud, sempre lungo la costa, fino al golfo di Sant'Eufemia.
Un tratto dell'antica via, ancora fiancheggiato da paracarri lapidei, è conservato proprio all'altezza dell'arco felice vecchio.
Arco felice vecchio:
Costruito nel 95 d.C. per consentire il passaggio della via Domitiana attraverso il monte Grillo, l'Arco Felice può essere considerato l'ingresso monumentale alla città di Cuma lungo il lato orientale.
Si ipotizza che per la sua edificazione sia stato necessario ampliare il taglio nel monte che, forse, già sussisteva in età greca: il monumento veniva, così, ad acquisire sia la funzione di contenimento per eventuali frane e smottamenti del terreno sia di viadotto per il collegamento fra le due parti della cresta del monte Grillo.
L’arco venne progettato per essere contemporaneamente porta urbana ed arco trionfale, oltre che parte del sistema difensivo; alto circa 20 metri, si presenta, ancora oggi, a fornice unico sormontato da un altro arco a tutto sesto e sostenuto da due pilastri laterali con nicchie, le quali dovevano presumibilmente ospitare delle statue.
Grazie ad incisioni del XVII e XVIII secolo è possibile sapere qual’era l’aspetto originario: sormontato, all’origine, da un attico con la targa per ospitare l’iscrizione e nicchie ai lati in corrispondenza delle sottostanti. Inoltre due torrette a pianta quadrangolare sormontavano lo stesso attico e l’intero arco era rivestito con marmi e stucchi. La facciata ovest è oggi quella meglio conservata e dell'originaria struttura romana sono oggi visibili solo l'intradosso e parte della facciata occidentale.
